Matematico italiano. Figlio di un medico di Costantinopoli rifugiatosi in
Sicilia per sfuggire ai Turchi, entrò nell'ordine dei frati benedettini;
dal 1569 insegnò matematica allo studio di Messina. Dotato di una
vastissima preparazione culturale, si dedicò alla compilazione di opere
di astronomia, matematica, ottica, musica, architettura, geografia, storia
naturale, civile e religiosa. Ideò e descrisse ingegnosi strumenti ottici
e astronomici, disegnò carte geografiche, progettò chiese,
fontane, fortificazioni. Nel trattato
Photismi de lumine et umbra (1574)
chiarì l'importanza del cristallino, fornendo una delle prime spiegazioni
scientifiche del funzionamento dell'occhio; negli
Arithmeticorum libri
duo (1575) applicò per primo il principio di induzione. Gran parte
delle sue opere, tuttavia, è andata perduta (Messina 1494-1575).